Yoga tradizionale
Lo Yoga è un percorso di crescita di mente, corpo e spirito. Negli Yoga sutra di Pantajani troviamo la definizione esatta dello Yoga e ci fanno riflettere sul senso di tutta la pratica dello Yoga.
Yoga Citta Vritti Nirodha
Lo Yoga è la sospensione delle fluttuazioni mentali. La pratica dello Yoga tradizionale ci insegna a mantenere la mente fluida, la fluidità porta alla trasformazione.
“Se la mente si ferma, appare l’avversario; se la mente rimane fluida, non esiste nessun nemico” – Yamaoka Tesshu
Lo Yoga tradizionale ha otto rami (Ashtanga)
“Ciò che siamo quando siamo connessi alla nostra vera natura”
- Yama: atteggiamento, comportamento verso gli altri e verso l’ambiente
- Niyama: atteggiamento che adottiamo verso noi stessi
- Asana: posizioni yoga (sthirasukham) posa stabile e confortevole
- Pranayama: l’arte della respirazione
- Pratyahara: ritiro dei sensi dal mondo esterno nel sé interiore
- Dharana: stato di concentrazione profonda
- Dhyana: meditazione (soggetto e oggetto diventano un tutt’uno)
- Samadhi: stato trascendentale oltre la meditazione. Lo stato della verità e della beatitudine
OM
E’ il suono primordiale per eccellenza che ha dato origine alla creazione. Rappresenta tre importanti triadi:
I 3 aspetti divini:
- Brahman = la creazione
- Vinshu = la conservazione
- Shiva = la trasformazione
I 3 mondi:
- terra
- atmosfera
- cielo
OM deriva dalla contrazione elle sillabe A-U-M per gli induisti corrisponde ai tre stati di coscienza connessi all’esperienza umana (sonno, sogno, sonno profondo). Per i buddisti le sillabe corrispondo all’essenza (corpo, parola, mente) . Om è il mantra più sacro, il suono più sacro, la fonte di tutti i mantra.
Namastè
Io mi inchino a te. La luce che è in me saluta la luce che è in te.
Namasté Non è un semplice saluto ma racchiude dentro di sé un significato profondo, dove riconosciamo la nostra spiritualità e sopratutto quella degli altri e davanti alla quale ci inchiniamo umilmente e senza ego. Ogni volta che pratichi Yoga tradizionale ricorda il significato della parola. Le mani in Anjali mudra unisce in gesto la gratitudine, l’umiltà e un profondo rispetto verso te stesso e verso gli altri.
Bandha
La parola Bandha più avere più significati al tempo stesso: chiusure energetiche, sigilli nascosti, contrazioni fisiche, allacciare, unire… Queste chiusure servono a canalizzare e utilizzare il respiro e l’energia a essi collegata.
I Bandha sono 3:
- Jalandhara Bandha: chiusura del mento
- Uddiyana Bandha: ombelico verso la colonna
- Mula bandha: contrazione del perineo
Dristhi
Rappresenta lo sguardo nella pratica dello Yoga tradizionale. Viene spesso considerato una pratica. Ci insegna a focalizzare lo sguardo in un punto specifico per spostare l’attenzione dall’esterno all’interno. Il silenzio favorisce la concentrazione, lo sguardo volto su un punto fisso ci ancora e ci aiuta a mantenere l’equilibrio. Tenere gli occhi fermi ci permette di isolarci dalle distrazioni e rivolgere il nostro sguardo al nostro interno.
Sankalpa
Dietro ogni azione c’è sempre intenzione che la guida.
Bella o brutta che sia. A inizio pratica l’intenzione è come piantare un seme e riformulata dopo la pratica è come irrigare il seme piantato. Una volta che il seme del Sankalpa viene piantato profondamente nel subconscio, raccoglie le grandi forze della mente in modo da fornire il risultato. Questo seme profondo e potente alla fine si manifesterà ripetutamente al livello conscio, portando dei cambiamenti nella personalità e nella vita. Tutti noi abbiamo la forza di rimodellare la nostra struttura mentale.
Questa possibilità è accessibile a tutti e nessuna paura o ossessione è così profonda da non poter essere cambiata. Il seme del cambiamento risiede nella risoluzione. Questa risoluzione deve essere sostenuta e infusa da una una grande forza di volontà in modo che possa fortificare. Lo scopo del Sankalpa non è quello di soddisfare i desideri, ma di creare forza nella struttura della mente o meglio definirla forza di volontà. Dovrebbe essere fatto quando se ne comprende realmente il vero scopo.
Mudra
Letteralmente significa sigillo o gesto con le mani. L’effetto dei Mudra si basa da un lato sul loro impegno tradizionale in caso di specifici disturbi, ma sopratutto sul cambiamento del flusso dell’energetico delle mani che avviene unendo, piegando e allungando le dita.
Vishnu, Shiva, Brahma vengono sempre rappresentati nelle loro tipiche posizioni meditative e con i loro mudra caratteristici.
Nello stesso tempo insieme a qualche movimento degli occhi e delle dita esprimono le motivazioni psichiche e i sentimenti, e simboleggiano anche il potere e la capacità della divina rappresentata.
La medicina Ayurvedica attribuisce alle dita i vari elementi e i chakra corrispondenti:
- Pollice = fuoco = chakra plesso solare
- Indice =aria = chakra cuore
- Medio = etere, materia sottile = chakra gola
- Anulare = terra = chakra della radice
- Mignolo = acqua = chakra sacrale
Kriya Yoga
Il Kriya Yoga è stata una tecnica tenuta segreta per molti secoli e veniva tramandata a voce dai maestri ai propri discepoli.
Kriya è formata da due sillabe:
- kri = azione
- ya = anima
Due concetti molto diversi ma uniti nella stessa parola. Il primo fa riferimento al lavoro che una persona svolge giorno dopo giorno. Il secondo che non dobbiamo mai dimenticarci di pensare alla nostra anima. Il Kriya Yoga tradizionale è uno strumento molto potente che ti permetterà di conoscere il tuo io interiore. E’ un percorso spirituale che permette ad ogni essere umano di raggiungere il livello divino della propria anima tramite la meditazione.
Hatha Yoga
L’Hatha Yoga è nato in India e nel corso del tempo è approdato in occidente. Le origini dell’Hatha Yoga si perdono nei secoli ma esistono due antichi testi che sono considerati i riferimenti di questa pratica: gli Yoga Sutra di Pantajani e lo Hatha Yoga Pradipika di Swatmarama. L’Hatha Yoga con le proprie pratiche promuove l’unione tra mente e corpo (equilibrio tra mente e corpo).
Lo Yoga tradizionale nel suo significato più puro ha però un obbiettivo molto più elevato: unione tra coscienza individuale dell’uomo e la coscienza universale.
Il termine Hatha significa forza, tenacia. La pratica dell’Hatha yoga ci insegna fin da subito a riconoscere i nostri limiti, che poi limiti non sono (come dico io sono punti di partenza). Solo quando li accettiamo e li riconosciamo, dal punto di vista fisico e non solo possiamo iniziare a lavorare su noi stessi per sentirci migliori. Ci insegna in non giudizio.
Nella pratica non ci deve essere competizione con gli altri. In realtà la gara non è nemmeno con noi stessi i risultati migliori si raggiungono con costanza e con impegno senza avere uno scopo (lo scopo crea frustrazione), con la capacità di abbandonarsi al flusso della pratica e di lasciarsi andare senza rimanere ancorati a ciò che si crede di essere.
Asthanga Vinyasa Yoga
Deriva dal Hatha, è uno stile di Yoga basato sulla coordinazione di respiro e movimento come collegamento tra le posizioni. In una classe di Asthanga vinyasa Yoga il praticante apprende le Asana in un ordine preciso e rigoroso, la pratica in classe e personale seguono uno schema ben definito.
L’esecuzione delle Asana avviene in un flusso, le posizioni sono collegate tra loro da movimenti di transizione (Vinyasa) e coordinate con il respiro, che riveste grande importanza. La respirazione è attraverso la glottide, rumorosa, vigorosa e scandisce il movimento, che avviene sempre in corrispondenza di una inspirazione e o espirazione (dopo due anni che non pratico Asthanga Vinyasa Yoga ancora questa respirazione in alcuni tratti della mia pratica attuale è ancora marcata dentro di me).
L’Asthanga Yoga è uno stile molto rigoroso e impegnativo dal punto di vista fisico, le Asana incluse nella serie dell’Asthanga sono talvolta molto complesse e per avanzare dalla prima serie primaria alle successive possono occorrere anni di pratica)
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